domenica 23 dicembre 2012

revisione 09 gennaio

la revisione del 9 gennaio sara' individuale
il materiale minimo da presentare sara'
1 plastico in scala 1:50 completo di organizzazione interna e spazi all'aperto
2 piante di tutti i livelli in scala 1:50
3 sezioni trasversali e longitudinali in scala 1:50
4 eventuale modello tridimensionale digitale
chi non presenta tutto il materiale scalera' in fondo alla lista delle revisioni

lunedì 17 dicembre 2012

ESERCITAZIONE 02


ESERCITAZIONE 02


Esercitazione 02


L’ obiettivo dell’esercitazione è la progettazione di un edificio residenziale a carattere collettivo, partendo dallo studio della cellula abitativa. Il progetto dell’abitazione diventa un processo capace di innescare azioni che cambiano gli spazi collettivi. Il programma funzionale, attraverso il quale si caratterizza le residenza, verrà definito in base alle variabili scelte per delineare i possibili occupanti della casa. I sistemi di aggregazione delle cellule abitative andranno a definire gli spazi relazionali. La versatilità e flessibilità dell’insediamento saranno definite attraverso le modalità di appropriazione degli spazi intermedi, previsti dal progetto delle articolazioni spaziali, dai movimenti e dalle evoluzioni delle famiglie che lo abitano. Le aree collettive saranno adattabili ai differenti occupanti che si succedono negli spazi abitativi e permeabili ai loro cambiamenti programmatici.

L’esercitazione sarà scandita in tre parti: una prima parte di definizione della committenza, ovvero degli utilizzatori dello spazio, suddivisi in tre tipologie: A, B e C. Le seconda parte definirà la cellula abitativa. Le tre tipologie di cellula abitativa saranno progettate a seconda delle caratteristiche dei tre tipi di occupanti definiti attraverso variabili.
La terza parte costituisce il processo di aggregazione delle cellule abitative contemplando le possibilità di appropriazione degli spazi collettivi e i cambiamenti programmatici dovuti ai cambiamenti degli individui occupanti.
                           
1. Le tre tipologie di occupanti; A, B e C, saranno definite secondo le seguenti variabili:
   . Numero di occupanti dell’abitazione > da 2 a 8 ;
   . Rapporto di convivenza: famigliare > coppia sposata;
                                                 famigliare > coppia con figli e/o altri parenti;
                                                 trasferisti > studenti;
                                                 trasferisti >  lavoratori;
                                                 sub affitto.
   . Attività svolte in casa;
   . Attività svolte fuori casa;
   . Tempo di permanenza fuori di casa.

2. Lo spazio abitativo sarà diviso in volume costruito > 200 mc (contenente uno spazio libero funzionante come area verde | spazio di relazione, spazio distributivo, oppure come spazio per l’autocostruzione di nuovo volume abitativo) e volume costruibile > 60 mc ( contenente la cellula abitativa).

3. Le modalità di aggregazione della terza parte saranno: a stecca, multipiano o a patio.


La seconda parte dovrà sviluppare un programma funzionale per la definizione della cellula abitativa secondo i seguenti parametri:
Volume di 60 mc;
Spazi di servizio;
Spazi di lavoro;
Spazi per la zona notte;

Verrà posta particolare attenzione a:
distribuzione,
spazi di servizio, di lavoro e della zona notte,
modalità di fruizione da parte dei residenti.

Per la terza parte si dovrà sviluppare un blocco edilizio con schemi distributivi definiti dove verranno progettati:
accessi e distribuzioni;
spazi privati, semiprivati e collettivi;
spazi di occupazione;
modalità di fruizione di spazi privati, collettivi e di occupazione da parte dei residenti delle tipologie A, B e C.



Il progetto si concentra sulla singola abitazione per ognuna delle tre tipologie e sulle possibilie aggregazioni di queste al fine di definire l’abitazione collettiva.


 

lettura critica


1. ricerca materiale edifici collettivi, social housing, case per studenti
     (piante, sezioni, prospetti, inserimento urbanistico, immagini…)

     2. schemi esplicativi del programma insediativo in seguito all’individuazione delle variabili di definizione degli occupanti A, B e C.
    
      3. schemi esplicativi dei sistemi di aggregazione delle cellule abitative e definizione degli spazi di relazione e delle modalità di occupazione.

 


progetto


1.     strategia e schemi della cellula abitativa con i volumi così distribuiti:
_200 mc libero con potenzialità distributive e relazionali
_ 60 mc di cellula abitativa

2.     modello di studio spazio abitativo
3. strategia, obiettivi e schemi del complesso di aggregazione delle cellule abitative.
4. modello di studio del complesso delle cellule abitative aggregate e degli spazi di relazione.
5.     realizzazione modello e disegni di studio in scala opportuna del progetto




             Per ogni progetto verrà prodotto un manifesto in formato A3 (42x29,7 cm.) che riporti il titolo ed il programma funzionale, piante e sezioni ed una o più immagini che riproducano il nuovo spazio collettivo.
Le tecniche per la realizzazione del manifesto sono libere, dal collage al fotomontaggio, al modello tridimensionale fotografato.
Il manifesto dovrà essere riprodotto in formato digitale e verrà proiettato in aula durante la presentazione dei lavori in forma pubblica. Le immagini devono categoricamente essere 42 x 29,7 cm. a 120 dpi in estensione jpg.

BIBLIOGRAFIA



1. “Total Housing – Efficient alternative to sprawl”, Actar, Barcellona,

2. Verb ,architecture boogazine – Crisis – Actar, Barcellona, 2008

3. Cristopher Alexander – Spazio di relazione e spazio privato – Il Saggiatore , Milano , 1968

4. Provost M. Dorman E. Vastiphout W. – Wimby! Welcome to my back yard! – Nay Publisher, 2001

5. Ed Van Hinte, Césare Peeren, Jan Jongert  - Superuse – 010Publisher, Rotterdam, 2007

6. Andrea Branzi – Modernità debole e diffusa – Skira, Milano, 2006

giovedì 6 dicembre 2012

consegna I esercitazione

data per la consegna: martedi' 11 dicembre ore 19.00
ogni gruppo carica il materiale in un unico post che avra' come titolo i due cognomi degli studenti + esercitazione 01
materiale: almeno tre tavole formato di base 1024 pixel x 768 risoluzione 150 dpi
le tavole avranno come titolo i due cognomi e la numerazione progressiva 01 02 03
un plastico in scala 1:200 rappresentativo del progetto

tavola 01: titolo, concept tridimensionale che presenti le azioni compiute sull'edificio storico (aggiungere, sottrarre, connettere, inserire, ecc....), un'immagine rappresentativa del progetto (render, assonometria, ecc....), schemi tridimensionali e grafici che rappresentino: a. il rapporto tra spazi privati e pubblici b. la ripartizione proporzionale degli spazi pubblici (chiusi, aperti, servizi....), i percorsi e gli accessi (pubblici, privati), la ripartizione funzionale degli spazi (programma di uso)

tavola 02: almeno due piante e due sezioni in scala 1:200 significative dell'idea di progetto

tavola 03: approfondimento di una parte del progetto che spieghi con piante, sezioni e schemi 3d, il rapporto tra le residenze e i nuovi spazi collettivi, simulazione delle possibili evoluzioni temporali nell'uso dello spazio (giorno notte, estate inverno, progressivo negli anni)

sono ovviamente ammessi elaborati tridimensionali, viste, fotomontaggi che forniscano ulteriori informazioni sul progetto, che possono essere inseriti liberamente nelle tre tavole sopra descritte

buon lavoro

martedì 30 ottobre 2012

DROPBOX

è stato creato un folder in dropbox sul quale caricare gli elaborati intermedi per le revisioni delle esercitazioni 1,2 e 3
avete ricevuto una email di invito per condividere il folder che si chiama cercando casa
queste le istruzioni:
1. installare l'applicazione dropbox (se già non l'avete) in modo da avere sempre la catella sul vostro pc
2. creare all'interno del folder principale (cercando casa) una sottocartella per ciascun gruppo che si nominerà con i due cognomi
3. caricare i files per la revisione esclusivamente in formato pdf
4. nominare i files come segue: aa_mm_gg_cognome_cognome_01 e progressivi
5. non cancellare mai per nessun motivo i files dal folder perchè altrimenti scompaiono dal server
6. se volete copiare i files sul vostro pc non trascinate l'icona ma cliccate copia e incolla
buon lavoro

mercoledì 24 ottobre 2012

ESERCITAZIONE 1


ESERCITAZIONE 1


 

Università degli studi di Genova Facoltà di architettura

Laboratorio di progettazione architettonica Ib arch. Massimiliano Giberti
                                                                  24.10.12

01 azione:RIUSARE _ strumento:CORPO UMANO

forme e modalità di occupazione dello spazio domestico da parte del corpo umano


 

Esercitazione 01

 



La prima esercitazione ha come obiettivo il riuso di un edificio residenziale moderno progettato tra gli anni ’20 e gli anni ’50 del secolo scorso. Attraverso l’uso improprio dello spazio domestico vengono messi in crisi i modelli sociali e culturali che ne hanno guidato il disegno. Modalità di aggregazione delle cellule abitative, sistemi distributivi, accessi, spazi collettivi, divisioni interne: ogni elemento viene riletto e riusato simulando diversi programmi funzionali. Il risultato è una forma di colonizzazione non programmata e non controllabile che porterà a risultati sempre diversi in relazione alle scelte di ogni singolo individuo.

Tre i modelli insediativi: a corte, a torre , in linea. Per ciascun modello gli studenti affronteranno lo studio di un edificio paradigmatico, del quale dovranno reperire disegni, dati, letture critiche e bibliografie.

Edificio a corte: prototipo IMMEUBLE VILLA Le corbusier, 1922 (non realizzato)
Edificio a torre: Lake Shore Drive Apartment Ludwig Mies Van Der Rohe 1951
Edificio in linea: Casa A _Forte Quezzi _ Luigi Carlo Daneri _ 1956

L’esercizio prevede il RIUSO dell’edificio moderno attraverso un nuovo programma insediativo che sostituisca al 50% della superficie originariamente dedicata alla residenza, nuovi spazi di relazione. Il nuovo organismo architettonico si aprirà a usi molteplici che prevedono la presenza contemporanea dei residenti abituali e di fruitori « pubblici » che abiteranno la struttura in modo temporaneo.

Ogni studente dovrà sviluppare un programma funzionale per il riuso dell’edificio moderno nel quale vengano specificati:
accessi e distribuzioni
spazi privati, semiprivati e collettivi
funzioni speciali inserite
modalità di fruizione da parte dei non residenti


 

lettura critica


1. ricerca materiale edificio moderno oggetto dell’esercitazione
     (piante, sezioni, prospetti, inserimento urbanistico, immagini…)

2. individuazione e quantificazione degli spazi collettivi e distributivi edificio moderno, realizzazione schemi esplicativi dei dati ottenuti

 


progetto


1.       realizzazione modello di studio edificio moderno SCALA 1:200
2.       ridisegno degli spazi collettivi assegnando al 50% della superficie abitabile il valore di spazio relazionale così distribuito:
_25% spazi aperti
_15% servizi
_10% spazi chiusi
3.       realizzazione modello e disegni di studio in scala opportuna del                progetto



             Per ogni progetto verrà prodotto un manifesto in formato A3 (42x29,7 cm.) che riporti il titolo ed il programma funzionale, piante e sezioni ed una o più immagini che riproducano il nuovo spazio collettivo.
Le tecniche per la realizzazione del manifesto sono libere, dal collage al fotomontaggio, al modello tridimensionale fotografato.
Il manifesto dovrà essere riprodotto in formato digitale e verrà proiettato in aula durante la presentazione dei lavori in forma pubblica. Le immagini devono categoricamente essere 42 x 29,7 cm. a 120 dpi in estensione jpg.

BIBLIOGRAFIA EDIFICI MODERNI



Lake Shore Drive Apartment _ Mies Van Der Rohe 1951

1.       J.L. Cohen, Mies Van Der Rohe
2.       Galliani, Tecnologia del costruire
3.       Drexler, Mies Van Der Rohe
4.       Max Bill, Mies Van Der Rohe
5.       rivista AV n°92 anno 2001, Mies Van Der Rohe

Immeuble villà _ Le Corbusier _ 1922


1.        Le Corbusier, L’Urbanisme
2.        G. Glesleri, L’Esprit Nouveau
3.        Le Corbusier, Le Ville Radieuse
4.        G. Glesleri, Le Corbusier 80 drawings
5.        R. Gabetti, Le Corbusier et L’Esprit Nouveau

Casa A _Forte Quezzi _ Luigi Daneri _ 1956


1.       Pietro D. Patrone, Daneri, introduzione di Enrico D. Bona, Genova, Sagep, 1982.
2.       Marco Brandoliso e Marco Vido, Daneri e Genova, Itinerario di Domus n. 59, allegato a Domus n. 718, agosto 1990.
3.       Paolo Cevini, Genova anni ’30: da Labò a Daneri, Genova. Sagep, 1989.
4.       Francesco Rosadini, Luigi Carlo Daneri. Razionalista a Genova, Torino, Testo & Immagine, 2003.
5.       Mauro Moriconi e Francesco Rosadini, Genova 900. L'architettura del Movimento Moderno, Torino, Testo & Immagine, 2004

martedì 23 ottobre 2012

Es.0_Buondonno_Follesa


Esercitazione 0_Bonfiglio


Esercitazione0_Roascio_Novara


Esercitazione00_Mazzieri_Pucci


Esercitazione 0_CORSO Linda


Esercitazione0_Gazzolo_Spiccio


Esercitazione0 _ Barbagelata-Pisano


Esercitazione0_Antonacci_Bobbio


Esercitazione0_Leoni_Valli


ESERCITAZIONE 0_Cartino Vittoria_Console Giorgia


ESERCITAZIONE 0_Ferrante Jessica_Motzo Pietro


ESERCITAZIONE 0_ Amadu_Cosenza



ESERCITAZIONE_00_Cecchi_giulia_Gnecco_annamaria


Esercitazione00_Clavarino_Maccarone


Esercitazione0_Mazzoni_Pardini



Esercitazione0_Mastroeni_Zangrillo


Esercitazione0_Joshua Pagano_Alberto Gaglio


giovedì 18 ottobre 2012

Siamo andati a vedere la nave italia per capire come si vive ma la zona è chiusa per cantiere ed è impossibile l'accesso. E' possibile avere un altro spot per l'evento che sia visitabile?


mercoledì 17 ottobre 2012

ESERCITAZIONE0




ESERCITAZIONE 0


Università degli studi di Genova Facoltà di architettura

Laboratorio di progettazione architettonica IB arch. Massimiliano Giberti

Occupazione Impropria dello spazio Pubblico                            17.10.12

Il progetto dello spazio collettivo come evento

 

Esercitazione 0

 



Obiettivi e metodi

definizione del campo


Immagino di trovarmi davanti, su un terreno piano, due cubi dell’apparente misura di sei metri di lato. Ma si tratta di due cubi astratti, chiusi, senza qualità di superficie, senza spessore, senza colore, come in un quadro del periodo surrealista di De Chirico: lo stesso terreno è astratto, incorporeo come quello di un palcoscenico, e il cielo è inesistente, nero opaco. La luce ha una precisa inclinazione, tanto che alcune facce sono illuminate, altre in ombra, altre ancora in penombra, e l’ombra di un cubo investe l’altro, ma non vedo la fonte della luce.
Sono cubi leggeri, che con una sola mano posso spostare: ed ecco che ne vengono a me, a seconda della posizione reciproca dei due solidi, sensazioni spaziali diverse: ora sono paralleli, quasi accostati, e posti sulla stessa linea; ora sono più distanti e posso passare fra i due, e la sensazione rimane statica, perché viene mantenuto l’allineamento e quindi il parallelismo, anzi l’apertura fra i due determina una simmetria che accenta l’equilibrio statico. Ma se uno di essi si muove, e girando su se stesso pone uno dei suoi spigoli verso il centro di una delle facce dell’altro, lasciando solo un paio di metri perché io possa passare, io lì in mezzo avrò una sensazione completamente diversa da quella di poco prima: avrò una sensazione spaziale fortemente dinamica e “acuta”, ma questa sensazione diminuirà via via se la distanza fra la faccia e lo spigolo aumenterà.
Supponiamo ora che mi sia possibile entrare in uno dei due cubi, attraverso una porta al centro di una delle facce verticali. Visto e percepito dall’interno, il cubo è cosa completamente diversa dallo stesso visto, percepito dall’esterno. Si tratta di un’unica e sola figura geometrica: ma la geometria è un’astrazione mentre un cubo che io posso vedere da fuori o nel quale posso entrare è una realtà spaziale.[1]

Lo spazio è il campo disponibile per gli oggetti della realtà in quanto si considerino individuati da una collocazione e da una posizione, dotati di dimensioni e capaci di spostamento.
Per le arti figurative lo spazio è il rilievo estetico che assumono i valori volumetrici degli oggetti posti fra loro secondo determinati rapporti di posizione e distanza.
Ogni manifestazione artistica è la sintesi di sempre diversi modi di concepire lo spazio, modi tratti da sempre diverse ed originali esperienze culturali.
Lo spazio, o meglio, la rappresentazione di esso vede interrelata la concezione dello spazio nelle varie culture in quanto l’evoluzione del concetto di spazio muta al variare della riflessione politica, socio-culturale, filosofica e scientifica.

Gli atteggiamenti verso lo spazio mutano continuamente, talvolta in misura molto piccola, talvolta in modo basilare. Ma sono state pochissime le concezioni di spazio sorte lungo l’intero sviluppo dell’uomo. Dentro ciascuna di queste epoche si sono verificate molte varianti e transizioni; poiché l’atteggiamento dell’uomo verso lo spazio, sempre in uno stato di sospensione, può cambiare quasi all’infinito entro l’intelaiatura del concetto dominante.[2]
La prima coscienza di spazio che si ha è quella di spazio fisico, cioè quella più direttamente legata all’esperienza sensoriale. Tutto quello che ci circonda è spazio fisico e noi stessi siamo una porzione di spazio. In questo senso l’esperienza di spazio sarebbe stata preceduta da un concetto molto più semplice: il luogo.
E dunque spazio come sinonimo di ordine di oggetti materiali, per cui non ha senso parlare di spazio vuoto.
Nel 1974 Henry Lefebvre traccia una linea strutturale per la ricerca portata avanti da questo laboratorio, asserendo che uno spazio sia dato solo nel momento in cui un corpo lo occupi, nonostante il fatto che, alcune caratteristiche proprie dello spazio prescindano dal soggetto collocato in esso e, in qualche modo, ne condizionino l’esistenza.
Per Leibniz, in effetti, lo spazio è l’indiscernibile. Per discernere “qualsiasi cosa” collocata in questo spazio devono essere introdotti assi e origini, un destra e un sinistra, la direzione e l’orientamento degli assi. Questo non significa, tuttavia, che Leibniz sposi la tesi soggettivista secondo la quale l’osservatore costituisce la misura del reale. Al contrario, ciò che Leibniz afferma è che è necessario per lo spazio l’essere occupato.[3]

Cosa dunque occupa lo spazio? Un corpo – non corpi generici, né la corporeità - ma un corpo specifico, un corpo capace di indicare una direzione attraverso un gesto, di definizione di un area attraverso una rotazione, di demarcazione ed orientamento dello spazio. Perciò per Leibniz lo spazio è assolutamente relativo.

E’ nello spazio che i corpi esistono, in questo manifestano la propria esistenza materiale.

E’ dunque possibile affermare che il corpo con la sua capacità di azione, e le proprie varie energie, crea lo spazio?
Non è un’assurdità se si considera che l’occupazione può essere interpretata come manipolazione dello spazio; piuttosto c’è un’immediata relazione tra il corpo e il suo spazio, tra la collocazione di un corpo nello spazio e la sua occupazione dello spazio.

Il moto dell’uomo nello spazio contribuisce ad una visione cinetica di esso sia come percezione psico fisica che come reazione sensibile ed estetica; su tale sensazione influisce il tempo, la forma. La fruizione dello spazio naturale trova la sua componente nel rapporto uomo-spazio-tempo, ed è caratterizzata per un senso dall’intrinseca configurazione statica o dinamica delle forme, per l’altro dalla suggestione cinetica conferita dal moto stesso del fruitore allo spazio che, svolgendosi in rapida mutazione sotto il suo sguardo, assume una decisa qualificazione dinamica.
Così fra l’uomo e l’ambiente viene a determinarsi un rapporto costante, infinitamente variabile perché tali sono le coordinate spazio-temporali che lo individuano. Ne consegue una potenziale, continua ricezione dello spazio da parte del fruitore; perciò egli non resta mai in stato di passività, ma si fa vero e proprio protagonista della realtà spaziale in quanto egli stesso diviene interprete e suscitatore di sempre nuovi e rinnovati episodi spaziali.[4]
È proprio questa itinerante capacità interpretativa e ricreativa che sostanzialmente invera il senso dell’unità spaziale, cioè della continuità dello spazio indipendentemente dal mezzo che lo fraziona e caratterizza, consentendo perciò, al di fuori ed oltre le categorie culturali nelle quali è distinto, la coscienza di un’unica entità.

Il Progetto dell’Evento


La capacità di uno spazio collettivo urbano di catalizzare eventi, incontri, scambi culturali è alla base di questa prima esercitazione. Un luogo, come una piazza, un portico, una strada, assumono tanto più valore identitario e forza aggregativa nella città quanto più sono in grado di modificarsi, plasmarsi nella forma e nelle dimensioni per accogliere eventi diversi e sfaccettati nel susseguirsi dei periodi storici. La reale forza vitale di un monumento e di uno spazio pubblico non risiede solo nella sua figura, nell’immagine che di questa si può riprodurre e ricordare, ma soprattutto nel suo valore d’uso, legato alla memoria della vita vissuta in quel medesimo luogo,da generazioni, culture e classi sociali diverse.
Come il corpo umano o i corpi in movimento possano modificare lo spazio collettivo e quali siano le regole attraverso le quali queste modificazioni possano essere controllate e tradotte in termini architettonici e spaziali sono i temi intorno ai quali lavorare in questa esercitazione.
L’occupazione impropria dello spazio pubblico significa leggere uno spazio urbano consolidato e ricco di valori simbolici ed identitari, attraverso la messa in crisi delle regole che ne hanno governato il progetto. Progettare un evento straordinario come un concerto, o una manifestazione di massa all’interno di uno spazio che nasce per altre esigenze legate all’uso quotidiano (una strada per il transito di mezzi e pedoni, un portico per il ricovero di animali e attrezzi, una piazza per il mercato ecc..) consente di comprendere a fondo le ragioni del disegno dello spazio collettivo svincolando la forma di un luogo come di un edificio dalla sua capacità di accogliere eventi mutevoli e programmi d’uso alternativi.

Dati tre luoghi urbani caratteristici della città di Genova, realizzati in tre epoche storiche differenti e, attualmente vissuti come importanti spazi collettivi, ogni studente progetterà per uno dei tre ambiti un evento temporaneo che occupi tale spazio esaltandone le potenzialità e facendo emergere caratteristiche specifiche di ogni luogo che non vengono usualmente sfruttate nell’uso quotidiano degli spazi stessi.
Per ogni evento verrà prodotto un manifesto in formatoche riporti il titolo ed il programma temporale dell’evento ed una o più immagini che riproducano il nuovo spazio collettivo urbano come teatro dell’evento stesso.
Il manifesto sarà un vero e proprio strumento promozionale per l’evento e dovrà rappresentare in modo sintetico e diretto l’idea dell’evento ed il modo in cui modificherà lo spazio pubblico in cui si svolgerà.
Le tecniche per la realizzazione del manifesto sono libere, dal collage al fotomontaggio, al modello tridimensionale fotografato, al video.
Il manifesto dovrà essere riprodotto in formato digitale e verrà proiettato in aula durante la presentazione dei lavori in forma pubblica. Le immagini devono categoricamente essere 1024 x 762 cm.i in estensione jpeg.
riferimenti bibliografici

- Erwin Panofsky, La prospettiva come forma simbolica, Feltrinelli,
  Milano, 1975
- H. Wollflin, Principi fondamentali della storia dell’arte, Firenze,
  Sansoni, 1991
- Marshall Mc Luhan, Gli strumenti del comunicare, Milano, 1964
- Mario Perniola, L’estetica del 900, Il Mulino, Bologna, 1997



[1] Ludovico Quaroni, Progettare un edificio, otto lezioni d’architettura, Mazzotta, Milano, 1977, pp.81-82.
[2] S. Giedion, L’eterno presente, Feltrinelli, Milano, 1965, p. 530.
[3] Ibid. p. 171.
[4] Le installazioni di Richard Serra o di Michael Heizer, a partire dalla fine degli anni sessanta, hanno rappresentato una prima appropriazione complessa da parte degli artisti plastici dei concetti di esperibilità di un luogo attraverso processi psico motori e di uso della memoria come strumento di appropriazione spaziale.