venerdì 28 dicembre 2012
domenica 23 dicembre 2012
revisione 09 gennaio
la revisione del 9 gennaio sara' individuale
il materiale minimo da presentare sara'
1 plastico in scala 1:50 completo di organizzazione interna e spazi all'aperto
2 piante di tutti i livelli in scala 1:50
3 sezioni trasversali e longitudinali in scala 1:50
4 eventuale modello tridimensionale digitale
chi non presenta tutto il materiale scalera' in fondo alla lista delle revisioni
il materiale minimo da presentare sara'
1 plastico in scala 1:50 completo di organizzazione interna e spazi all'aperto
2 piante di tutti i livelli in scala 1:50
3 sezioni trasversali e longitudinali in scala 1:50
4 eventuale modello tridimensionale digitale
chi non presenta tutto il materiale scalera' in fondo alla lista delle revisioni
lunedì 17 dicembre 2012
ESERCITAZIONE 02
Esercitazione 02
L’ obiettivo dell’esercitazione è la progettazione di un
edificio residenziale a carattere collettivo, partendo dallo studio della
cellula abitativa. Il progetto dell’abitazione diventa un processo capace di
innescare azioni che cambiano gli spazi collettivi. Il programma funzionale, attraverso
il quale si caratterizza le residenza, verrà definito in base alle variabili
scelte per delineare i possibili occupanti della casa. I sistemi di
aggregazione delle cellule abitative andranno a definire gli spazi relazionali.
La versatilità e flessibilità dell’insediamento saranno definite attraverso le
modalità di appropriazione degli spazi intermedi, previsti dal progetto delle
articolazioni spaziali, dai movimenti e dalle evoluzioni delle famiglie che lo
abitano. Le aree collettive saranno adattabili ai differenti occupanti che si
succedono negli spazi abitativi e permeabili ai loro cambiamenti programmatici.
L’esercitazione sarà scandita in tre parti: una prima
parte di definizione della committenza, ovvero degli utilizzatori dello spazio,
suddivisi in tre tipologie: A, B e C. Le seconda parte definirà la cellula
abitativa. Le tre tipologie di cellula abitativa saranno progettate a seconda
delle caratteristiche dei tre tipi di occupanti definiti attraverso variabili.
La terza parte costituisce il processo di aggregazione
delle cellule abitative contemplando le possibilità di appropriazione degli
spazi collettivi e i cambiamenti programmatici dovuti ai cambiamenti degli
individui occupanti.
1. Le tre tipologie di occupanti; A, B e C, saranno
definite secondo le seguenti variabili:
. Numero di
occupanti dell’abitazione > da 2 a 8 ;
. Rapporto di
convivenza: famigliare > coppia sposata;
famigliare > coppia con figli e/o altri
parenti;
trasferisti > studenti;
trasferisti > lavoratori;
sub affitto.
. Attività svolte in casa;
. Attività
svolte fuori casa;
. Tempo di
permanenza fuori di casa.
2. Lo spazio abitativo sarà diviso in volume costruito
> 200 mc (contenente uno spazio libero funzionante come area verde | spazio
di relazione, spazio distributivo, oppure come spazio per l’autocostruzione di
nuovo volume abitativo) e volume costruibile > 60 mc ( contenente la cellula
abitativa).
3. Le modalità di aggregazione della terza parte saranno:
a stecca, multipiano o a patio.
La seconda
parte dovrà sviluppare un programma funzionale per la
definizione della cellula abitativa secondo i seguenti parametri:
Volume di 60
mc;
Spazi di
servizio;
Spazi di
lavoro;
Spazi per la
zona notte;
Verrà posta
particolare attenzione a:
distribuzione,
spazi di servizio,
di lavoro e della zona notte,
modalità di
fruizione da parte dei residenti.
Per la terza
parte si dovrà sviluppare un blocco edilizio con schemi distributivi definiti
dove verranno progettati:
accessi e
distribuzioni;
spazi
privati, semiprivati e collettivi;
spazi di
occupazione;
modalità di
fruizione di spazi privati, collettivi e di occupazione da parte dei residenti
delle tipologie A, B e C.
Il
progetto si concentra sulla singola abitazione per ognuna delle tre tipologie e
sulle possibilie aggregazioni di queste al fine di definire l’abitazione
collettiva.
lettura critica
1. ricerca materiale edifici collettivi, social housing,
case per studenti
(piante, sezioni, prospetti, inserimento urbanistico, immagini…)
2. schemi esplicativi del programma
insediativo in seguito all’individuazione delle variabili di definizione degli
occupanti A, B e C.
3.
schemi esplicativi dei sistemi di aggregazione delle cellule abitative e
definizione degli spazi di relazione e delle modalità di occupazione.
progetto
1.
strategia e schemi della cellula abitativa con i volumi così distribuiti:
_200 mc libero con potenzialità distributive e
relazionali
_ 60 mc di cellula abitativa
2.
modello di studio spazio abitativo
3. strategia, obiettivi e schemi del complesso di
aggregazione delle cellule abitative.
4. modello di studio del complesso delle cellule
abitative aggregate e degli spazi di relazione.
5. realizzazione
modello e disegni di studio in scala opportuna del progetto
Per ogni progetto verrà prodotto un manifesto in formato
A3 (42x29,7 cm.) che riporti il titolo ed il programma funzionale, piante e
sezioni ed una o più immagini che riproducano il nuovo spazio collettivo.
Le tecniche per la realizzazione del manifesto sono
libere, dal collage al fotomontaggio, al modello tridimensionale fotografato.
Il manifesto dovrà essere riprodotto in formato digitale
e verrà proiettato in aula durante la presentazione dei lavori in forma
pubblica. Le immagini devono categoricamente essere 42 x 29,7 cm. a 120 dpi in
estensione jpg.
BIBLIOGRAFIA
1. “Total
Housing – Efficient alternative to sprawl”,
Actar, Barcellona,
2. Verb ,architecture boogazine – Crisis – Actar, Barcellona, 2008
3. Cristopher Alexander – Spazio di relazione e spazio privato –
Il Saggiatore , Milano , 1968
4. Provost M. Dorman E. Vastiphout W. –
Wimby! Welcome to my back yard! – Nay
Publisher, 2001
5. Ed Van Hinte, Césare Peeren, Jan
Jongert - Superuse – 010Publisher, Rotterdam, 2007
6. Andrea Branzi – Modernità debole e diffusa – Skira, Milano, 2006
giovedì 6 dicembre 2012
consegna I esercitazione
data per la consegna: martedi' 11 dicembre ore 19.00
ogni gruppo carica il materiale in un unico post che avra' come titolo i due cognomi degli studenti + esercitazione 01
materiale: almeno tre tavole formato di base 1024 pixel x 768 risoluzione 150 dpi
le tavole avranno come titolo i due cognomi e la numerazione progressiva 01 02 03
un plastico in scala 1:200 rappresentativo del progetto
tavola 01: titolo, concept tridimensionale che presenti le azioni compiute sull'edificio storico (aggiungere, sottrarre, connettere, inserire, ecc....), un'immagine rappresentativa del progetto (render, assonometria, ecc....), schemi tridimensionali e grafici che rappresentino: a. il rapporto tra spazi privati e pubblici b. la ripartizione proporzionale degli spazi pubblici (chiusi, aperti, servizi....), i percorsi e gli accessi (pubblici, privati), la ripartizione funzionale degli spazi (programma di uso)
tavola 02: almeno due piante e due sezioni in scala 1:200 significative dell'idea di progetto
tavola 03: approfondimento di una parte del progetto che spieghi con piante, sezioni e schemi 3d, il rapporto tra le residenze e i nuovi spazi collettivi, simulazione delle possibili evoluzioni temporali nell'uso dello spazio (giorno notte, estate inverno, progressivo negli anni)
sono ovviamente ammessi elaborati tridimensionali, viste, fotomontaggi che forniscano ulteriori informazioni sul progetto, che possono essere inseriti liberamente nelle tre tavole sopra descritte
buon lavoro
ogni gruppo carica il materiale in un unico post che avra' come titolo i due cognomi degli studenti + esercitazione 01
materiale: almeno tre tavole formato di base 1024 pixel x 768 risoluzione 150 dpi
le tavole avranno come titolo i due cognomi e la numerazione progressiva 01 02 03
un plastico in scala 1:200 rappresentativo del progetto
tavola 01: titolo, concept tridimensionale che presenti le azioni compiute sull'edificio storico (aggiungere, sottrarre, connettere, inserire, ecc....), un'immagine rappresentativa del progetto (render, assonometria, ecc....), schemi tridimensionali e grafici che rappresentino: a. il rapporto tra spazi privati e pubblici b. la ripartizione proporzionale degli spazi pubblici (chiusi, aperti, servizi....), i percorsi e gli accessi (pubblici, privati), la ripartizione funzionale degli spazi (programma di uso)
tavola 02: almeno due piante e due sezioni in scala 1:200 significative dell'idea di progetto
tavola 03: approfondimento di una parte del progetto che spieghi con piante, sezioni e schemi 3d, il rapporto tra le residenze e i nuovi spazi collettivi, simulazione delle possibili evoluzioni temporali nell'uso dello spazio (giorno notte, estate inverno, progressivo negli anni)
sono ovviamente ammessi elaborati tridimensionali, viste, fotomontaggi che forniscano ulteriori informazioni sul progetto, che possono essere inseriti liberamente nelle tre tavole sopra descritte
buon lavoro
giovedì 22 novembre 2012
martedì 30 ottobre 2012
DROPBOX
è stato creato un folder in dropbox sul quale caricare gli elaborati intermedi per le revisioni delle esercitazioni 1,2 e 3
avete ricevuto una email di invito per condividere il folder che si chiama cercando casa
queste le istruzioni:
1. installare l'applicazione dropbox (se già non l'avete) in modo da avere sempre la catella sul vostro pc
2. creare all'interno del folder principale (cercando casa) una sottocartella per ciascun gruppo che si nominerà con i due cognomi
3. caricare i files per la revisione esclusivamente in formato pdf
4. nominare i files come segue: aa_mm_gg_cognome_cognome_01 e progressivi
5. non cancellare mai per nessun motivo i files dal folder perchè altrimenti scompaiono dal server
6. se volete copiare i files sul vostro pc non trascinate l'icona ma cliccate copia e incolla
buon lavoro
avete ricevuto una email di invito per condividere il folder che si chiama cercando casa
queste le istruzioni:
1. installare l'applicazione dropbox (se già non l'avete) in modo da avere sempre la catella sul vostro pc
2. creare all'interno del folder principale (cercando casa) una sottocartella per ciascun gruppo che si nominerà con i due cognomi
3. caricare i files per la revisione esclusivamente in formato pdf
4. nominare i files come segue: aa_mm_gg_cognome_cognome_01 e progressivi
5. non cancellare mai per nessun motivo i files dal folder perchè altrimenti scompaiono dal server
6. se volete copiare i files sul vostro pc non trascinate l'icona ma cliccate copia e incolla
buon lavoro
domenica 28 ottobre 2012
mercoledì 24 ottobre 2012
ESERCITAZIONE 1
Università
degli studi di Genova Facoltà di architettura
Laboratorio di progettazione architettonica Ib
arch. Massimiliano Giberti
24.10.12
01 azione:RIUSARE _ strumento:CORPO UMANO
forme e modalità di occupazione dello spazio domestico da
parte del corpo umano
Esercitazione
01
La
prima esercitazione ha come obiettivo il riuso di un edificio residenziale
moderno progettato tra gli anni ’20 e gli anni ’50 del secolo scorso.
Attraverso l’uso improprio dello spazio domestico vengono messi in crisi i
modelli sociali e culturali che ne hanno guidato il disegno. Modalità di
aggregazione delle cellule abitative, sistemi distributivi, accessi, spazi
collettivi, divisioni interne: ogni elemento viene riletto e riusato simulando
diversi programmi funzionali. Il risultato è una forma di colonizzazione non
programmata e non controllabile che porterà a risultati sempre diversi in
relazione alle scelte di ogni singolo individuo.
Tre
i modelli insediativi: a corte, a torre , in linea. Per ciascun modello gli
studenti affronteranno lo studio di un edificio paradigmatico, del quale
dovranno reperire disegni, dati, letture critiche e bibliografie.
Edificio
a corte: prototipo IMMEUBLE VILLA Le
corbusier, 1922 (non realizzato)
Edificio a torre: Lake Shore Drive Apartment Ludwig Mies Van Der Rohe
1951
Edificio in
linea: Casa A _Forte Quezzi _ Luigi Carlo Daneri _ 1956
L’esercizio prevede il RIUSO dell’edificio moderno attraverso un nuovo
programma insediativo che sostituisca al 50% della superficie originariamente
dedicata alla residenza, nuovi spazi di relazione. Il nuovo organismo
architettonico si aprirà a usi molteplici che prevedono la presenza
contemporanea dei residenti abituali e di fruitori « pubblici » che
abiteranno la struttura in modo temporaneo.
Ogni
studente dovrà sviluppare un programma funzionale per il riuso dell’edificio
moderno nel quale vengano specificati:
accessi e
distribuzioni
spazi
privati, semiprivati e collettivi
funzioni
speciali inserite
modalità di
fruizione da parte dei non residenti
lettura critica
1. ricerca materiale edificio moderno oggetto
dell’esercitazione
(piante, sezioni, prospetti, inserimento urbanistico,
immagini…)
2. individuazione e quantificazione degli spazi
collettivi e distributivi edificio moderno, realizzazione schemi esplicativi
dei dati ottenuti
progetto
1.
realizzazione modello di studio edificio moderno SCALA 1:200
2.
ridisegno degli spazi collettivi assegnando al
50% della superficie abitabile il valore di spazio relazionale così
distribuito:
_25%
spazi aperti
_15%
servizi
_10%
spazi chiusi
3.
realizzazione modello e disegni di studio in
scala opportuna del
progetto
Per ogni progetto verrà prodotto un manifesto in formato A3
(42x29,7 cm.) che riporti il titolo ed il programma funzionale, piante e
sezioni ed una o più immagini che riproducano il nuovo spazio collettivo.
Le tecniche per la
realizzazione del manifesto sono libere, dal collage al fotomontaggio, al
modello tridimensionale fotografato.
Il manifesto dovrà essere
riprodotto in formato digitale e verrà proiettato in aula durante la
presentazione dei lavori in forma pubblica. Le immagini devono categoricamente
essere 42 x 29,7 cm .
a 120 dpi in estensione jpg.
BIBLIOGRAFIA EDIFICI MODERNI
Lake Shore Drive Apartment
_ Mies Van Der Rohe 1951
1.
J.L. Cohen, Mies Van Der Rohe
2.
Galliani, Tecnologia del costruire
3.
Drexler, Mies Van Der Rohe
4.
Max Bill, Mies Van Der Rohe
5.
rivista AV n°92 anno 2001, Mies Van Der Rohe
Immeuble
villà _ Le Corbusier _ 1922
1.
Le Corbusier, L’Urbanisme
2.
G. Glesleri, L’Esprit Nouveau
3.
Le Corbusier,
Le Ville Radieuse
4.
G. Glesleri, Le Corbusier 80
drawings
5.
R. Gabetti, Le Corbusier et L’Esprit
Nouveau
Casa A _Forte
Quezzi _ Luigi Daneri _ 1956
1.
Pietro D.
Patrone, Daneri, introduzione di Enrico D. Bona, Genova, Sagep,
1982.
2.
Marco Brandoliso e
Marco Vido, Daneri e Genova, Itinerario di Domus n. 59, allegato
a Domus n. 718, agosto 1990.
3.
Paolo Cevini, Genova
anni ’30: da Labò a Daneri, Genova. Sagep, 1989.
4.
Francesco
Rosadini, Luigi Carlo Daneri. Razionalista a Genova, Torino, Testo
& Immagine, 2003.
5.
Mauro Moriconi e
Francesco Rosadini, Genova 900. L'architettura del Movimento Moderno,
Torino, Testo & Immagine, 2004
martedì 23 ottobre 2012
lunedì 22 ottobre 2012
venerdì 19 ottobre 2012
giovedì 18 ottobre 2012
mercoledì 17 ottobre 2012
ESERCITAZIONE 0
Università degli studi di Genova
Facoltà di architettura
Laboratorio
di progettazione architettonica IB arch. Massimiliano Giberti
Occupazione Impropria dello spazio Pubblico 17.10.12
Il
progetto dello spazio collettivo come evento
Esercitazione
0
Obiettivi e metodi
definizione del campo
Immagino
di trovarmi davanti, su un terreno piano, due cubi dell’apparente misura di sei
metri di lato. Ma si tratta di due cubi astratti, chiusi, senza qualità di
superficie, senza spessore, senza colore, come in un quadro del periodo
surrealista di De Chirico: lo stesso terreno è astratto, incorporeo come quello
di un palcoscenico, e il cielo è inesistente, nero opaco. La luce ha una
precisa inclinazione, tanto che alcune facce sono illuminate, altre in ombra,
altre ancora in penombra, e l’ombra di un cubo investe l’altro, ma non vedo la
fonte della luce.
Sono
cubi leggeri, che con una sola mano posso spostare: ed ecco che ne vengono a
me, a seconda della posizione reciproca dei due solidi, sensazioni spaziali
diverse: ora sono paralleli, quasi accostati, e posti sulla stessa linea; ora
sono più distanti e posso passare fra i due, e la sensazione rimane statica,
perché viene mantenuto l’allineamento e quindi il parallelismo, anzi l’apertura
fra i due determina una simmetria che accenta l’equilibrio statico. Ma se uno
di essi si muove, e girando su se stesso pone uno dei suoi spigoli verso il
centro di una delle facce dell’altro, lasciando solo un paio di metri perché io
possa passare, io lì in mezzo avrò una sensazione completamente diversa da
quella di poco prima: avrò una sensazione spaziale fortemente dinamica e
“acuta”, ma questa sensazione diminuirà via via se la distanza fra la faccia e
lo spigolo aumenterà.
Supponiamo
ora che mi sia possibile entrare in uno dei due cubi, attraverso una porta al
centro di una delle facce verticali. Visto e percepito dall’interno, il cubo è
cosa completamente diversa dallo stesso visto, percepito dall’esterno. Si
tratta di un’unica e sola figura geometrica: ma la geometria è un’astrazione
mentre un cubo che io posso vedere da fuori o nel quale posso entrare è una
realtà spaziale.[1]
Lo
spazio è il campo disponibile per gli oggetti della realtà in quanto si
considerino individuati da una collocazione e da una posizione, dotati di
dimensioni e capaci di spostamento.
Per
le arti figurative lo spazio è il rilievo estetico che assumono i valori
volumetrici degli oggetti posti fra loro secondo determinati rapporti di
posizione e distanza.
Ogni manifestazione artistica è la sintesi di sempre diversi modi di
concepire lo spazio, modi tratti da sempre diverse ed originali esperienze
culturali.
Lo
spazio, o meglio, la rappresentazione di esso vede interrelata la concezione
dello spazio nelle varie culture in quanto l’evoluzione del concetto di spazio
muta al variare della riflessione politica, socio-culturale, filosofica e
scientifica.
Gli
atteggiamenti verso lo spazio mutano continuamente, talvolta in misura molto
piccola, talvolta in modo basilare. Ma sono state pochissime le concezioni di
spazio sorte lungo l’intero sviluppo dell’uomo. Dentro ciascuna di queste
epoche si sono verificate molte varianti e transizioni; poiché l’atteggiamento
dell’uomo verso lo spazio, sempre in uno stato di sospensione, può cambiare
quasi all’infinito entro l’intelaiatura del concetto dominante.[2]
La
prima coscienza di spazio che si ha è quella di spazio fisico, cioè quella più
direttamente legata all’esperienza sensoriale. Tutto quello che ci circonda è
spazio fisico e noi stessi siamo una porzione di spazio. In questo senso
l’esperienza di spazio sarebbe stata preceduta da un concetto molto più
semplice: il luogo.
E
dunque spazio come sinonimo di ordine di oggetti materiali, per cui non ha
senso parlare di spazio vuoto.
Nel 1974 Henry Lefebvre traccia una linea strutturale per la ricerca
portata avanti da questo laboratorio, asserendo che uno spazio sia dato solo
nel momento in cui un corpo lo occupi, nonostante il fatto che, alcune
caratteristiche proprie dello spazio prescindano dal soggetto collocato in esso
e, in qualche modo, ne condizionino l’esistenza.
Per
Leibniz, in effetti, lo spazio è l’indiscernibile. Per discernere “qualsiasi
cosa” collocata in questo spazio devono essere introdotti assi e origini, un
destra e un sinistra, la direzione e l’orientamento degli assi. Questo non
significa, tuttavia, che Leibniz sposi la tesi soggettivista secondo la quale
l’osservatore costituisce la misura del reale. Al contrario, ciò che Leibniz
afferma è che è necessario per lo spazio l’essere occupato.[3]
Cosa
dunque occupa lo spazio? Un corpo – non corpi generici, né la corporeità - ma
un corpo specifico, un corpo capace di indicare una direzione attraverso un
gesto, di definizione di un area attraverso una rotazione, di demarcazione ed
orientamento dello spazio. Perciò per Leibniz lo spazio è assolutamente
relativo.
E’
nello spazio che i corpi esistono, in questo manifestano la propria esistenza
materiale.
E’
dunque possibile affermare che il corpo con la sua capacità di azione, e le
proprie varie energie, crea lo spazio?
Non
è un’assurdità se si considera che l’occupazione può essere interpretata come
manipolazione dello spazio; piuttosto c’è un’immediata relazione tra il corpo e
il suo spazio, tra la collocazione di un corpo nello spazio e la sua occupazione
dello spazio.
Il
moto dell’uomo nello spazio contribuisce ad una visione cinetica di esso sia
come percezione psico fisica che come reazione sensibile ed estetica; su tale
sensazione influisce il tempo, la forma. La fruizione dello spazio naturale trova
la sua componente nel rapporto uomo-spazio-tempo, ed è caratterizzata per un
senso dall’intrinseca configurazione statica o dinamica delle forme, per
l’altro dalla suggestione cinetica conferita dal moto stesso del fruitore allo
spazio che, svolgendosi in rapida mutazione sotto il suo sguardo, assume una
decisa qualificazione dinamica.
Così
fra l’uomo e l’ambiente viene a determinarsi un rapporto costante,
infinitamente variabile perché tali sono le coordinate spazio-temporali che lo
individuano. Ne consegue una potenziale, continua ricezione dello spazio da
parte del fruitore; perciò egli non resta mai in stato di passività, ma si fa
vero e proprio protagonista della realtà spaziale in quanto egli stesso diviene
interprete e suscitatore di sempre nuovi e rinnovati episodi spaziali.[4]
È
proprio questa itinerante capacità interpretativa e ricreativa che
sostanzialmente invera il senso dell’unità spaziale, cioè della continuità
dello spazio indipendentemente dal mezzo che lo fraziona e caratterizza,
consentendo perciò, al di fuori ed oltre le categorie culturali nelle quali è
distinto, la coscienza di un’unica entità.
Il Progetto dell’Evento
La capacità di uno spazio
collettivo urbano di catalizzare eventi, incontri, scambi culturali è alla base
di questa prima esercitazione. Un luogo, come una piazza, un portico, una
strada, assumono tanto più valore identitario e forza aggregativa nella città
quanto più sono in grado di modificarsi, plasmarsi nella forma e nelle
dimensioni per accogliere eventi diversi e sfaccettati nel susseguirsi dei
periodi storici. La reale forza vitale di un monumento e di uno spazio pubblico
non risiede solo nella sua figura, nell’immagine che di questa si può
riprodurre e ricordare, ma soprattutto nel suo valore d’uso, legato alla memoria
della vita vissuta in quel medesimo luogo,da generazioni, culture e classi
sociali diverse.
Come il corpo umano o i
corpi in movimento possano modificare lo spazio collettivo e quali siano le
regole attraverso le quali queste modificazioni possano essere controllate e
tradotte in termini architettonici e spaziali sono i temi intorno ai quali
lavorare in questa esercitazione.
L’occupazione impropria dello spazio pubblico significa leggere uno spazio urbano consolidato e ricco di
valori simbolici ed identitari, attraverso la messa in crisi delle regole che
ne hanno governato il progetto. Progettare un evento straordinario come un
concerto, o una manifestazione di massa all’interno di uno spazio che nasce per
altre esigenze legate all’uso quotidiano (una strada per il transito di mezzi e
pedoni, un portico per il ricovero di animali e attrezzi, una piazza per il
mercato ecc..) consente di comprendere a fondo le ragioni del disegno dello
spazio collettivo svincolando la forma di un luogo come di un edificio dalla
sua capacità di accogliere eventi mutevoli e programmi d’uso alternativi.
Dati tre luoghi urbani
caratteristici della città di Genova, realizzati in tre epoche storiche
differenti e, attualmente vissuti come importanti spazi collettivi, ogni
studente progetterà per uno dei tre ambiti un evento temporaneo che occupi tale
spazio esaltandone le potenzialità e facendo emergere caratteristiche
specifiche di ogni luogo che non vengono usualmente sfruttate nell’uso
quotidiano degli spazi stessi.
Per ogni evento verrà
prodotto un manifesto in formatoche riporti il titolo ed il
programma temporale dell’evento ed una o più immagini che riproducano il nuovo
spazio collettivo urbano come teatro dell’evento stesso.
Il manifesto sarà un vero e
proprio strumento promozionale per l’evento e dovrà rappresentare in modo
sintetico e diretto l’idea dell’evento ed il modo in cui modificherà lo spazio
pubblico in cui si svolgerà.
Le tecniche per la
realizzazione del manifesto sono libere, dal collage al fotomontaggio, al
modello tridimensionale fotografato, al video.
Il manifesto dovrà essere
riprodotto in formato digitale e verrà proiettato in aula durante la
presentazione dei lavori in forma pubblica. Le immagini devono categoricamente
essere 1024 x 762 cm.i in estensione jpeg.
riferimenti
bibliografici
- Erwin Panofsky, La prospettiva come forma simbolica,
Feltrinelli,
Milano, 1975
- H. Wollflin, Principi fondamentali della storia dell’arte, Firenze,
Sansoni, 1991
- Marshall Mc Luhan, Gli strumenti del comunicare, Milano,
1964
- Mario Perniola, L’estetica del 900, Il Mulino, Bologna,
1997
[1] Ludovico
Quaroni, Progettare un edificio, otto
lezioni d’architettura, Mazzotta, Milano, 1977, pp.81-82.
[2] S. Giedion, L’eterno presente, Feltrinelli, Milano,
1965, p. 530.
[4] Le installazioni di Richard Serra o di Michael Heizer, a partire dalla fine
degli anni sessanta, hanno rappresentato una prima appropriazione complessa da
parte degli artisti plastici dei concetti di esperibilità di un luogo
attraverso processi psico motori e di uso della memoria come strumento di
appropriazione spaziale.
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